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Articolo di René Ronse

Falsi negozi locali su Google Maps e social: la nuova truffa “di quartiere”

Aggiornato il 30 Ottobre 2025.

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Falso negozio locale - Truffa
Negli ultimi anni si è diffusa rapidamente una nuova forma di truffa: i falsi negozi locali. Appaiono su Google Maps, Facebook Marketplace o Instagram, fingendo di essere attività reali del quartiere. Mostrano un indirizzo, orari di apertura, un numero di telefono e persino foto accattivanti di un presunto negozio fisico. Tuttavia, questi esercizi commerciali non esistono. Il loro unico scopo è ingannare i consumatori che credono di acquistare prodotti locali.

Un fenomeno in rapida crescita

La pandemia e il crescente interesse per gli acquisti locali hanno profondamente cambiato le abitudini di consumo. Sempre più persone cercano negozi nelle vicinanze: artigiani, riparatori, botteghe bio o produttori locali. Una tendenza positiva per le vere piccole imprese, ma che purtroppo ha attirato anche i truffatori.

Piattaforme come Google Maps e Facebook permettono a chiunque di creare facilmente una scheda aziendale o un negozio online. I truffatori sfruttano questa possibilità per pubblicare attività false in aree mirate. Una volta approvato, il negozio apparirà nei risultati di ricerca o sulla mappa accanto a negozi autentici, rendendo l’inganno quasi impercettibile.

Come operano i falsi negozi

Il modus operandi è quasi sempre lo stesso. I truffatori creano un profilo aziendale apparentemente credibile: un nome rassicurante (“Riparazioni Veloci”, “Servizio Mobile”, “Gioielleria Artigiana”), un indirizzo reale preso in prestito da un’altra attività o da un edificio qualsiasi, e foto rubate da Internet.

Successivamente pubblicano annunci su Facebook Marketplace, Subito.it o Instagram, proponendo prodotti interessanti come telefoni ricondizionati, mobili artigianali, prodotti ecologici o addirittura animali domestici. L’obiettivo è indurre il cliente a contattarli tramite messaggio privato o telefono.

Una volta instaurato il contatto, il falso commerciante chiede un acconto per “prenotare” il prodotto o “preparare la spedizione”. Il pagamento avviene tramite bonifico o piattaforme poco sicure. Dopo aver ricevuto i soldi, il truffatore sparisce e la pagina del negozio viene cancellata o rinominata in pochi giorni.

Casi reali in Italia e in Europa

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e la Polizia Postale segnalano un aumento costante delle denunce legate a falsi negozi locali. Sono stati scoperti casi a Roma, Milano e Torino, con falsi centri di riparazione o negozi di elettronica che utilizzavano indirizzi inventati su Google Maps.

Anche in Francia, Belgio e Spagna sono stati individuati falsi ristoranti, fiorai o negozi di animali. I clienti pagavano online tramite link fraudolenti e non ricevevano mai la merce.

Nel 2024, un’inchiesta del quotidiano britannico *Which?* ha individuato oltre 1.000 attività false su Google Maps nel Regno Unito, alcune delle quali si spacciavano addirittura per servizi medici o di emergenza.

Perché queste truffe funzionano

Diversi fattori spiegano la loro efficacia:

  • La fiducia nel locale

    I consumatori si sentono più sicuri acquistando “sotto casa”. La presenza di un indirizzo e di orari di apertura rafforza il senso di affidabilità.
  • La credibilità delle piattaforme

    Nomi come Google e Facebook ispirano fiducia. Molti utenti pensano che gli annunci siano verificati, ma in realtà i controlli sono minimi.
  • Profili realistici e curati

    Le schede aziendali appaiono convincenti: foto autentiche, recensioni positive false, loghi professionali… Nulla fa sospettare l’inganno.
  • Comunicazione rapida e convincente

    I truffatori rispondono subito, con un linguaggio corretto e un tono professionale, riuscendo così a conquistare la fiducia della vittima.

I settori più colpiti

I falsi negozi locali si concentrano soprattutto in ambiti molto richiesti:

  • Riparazioni di smartphone e computer portatili;
  • Piccoli elettrodomestici;
  • Prodotti artigianali, gioielli o mobili fatti a mano;
  • Fiori, dolci e prodotti tipici locali;
  • Vendita di animali domestici (cani, gatti, uccelli);
  • Servizi a domicilio (idraulici, elettricisti, fabbri).

I truffatori si adattano alle stagioni: condizionatori in estate, stufe in inverno, giocattoli o decorazioni durante le festività. Alcuni creano anche siti web falsi per rendere la truffa più credibile.

Segnali d’allarme

Anche se un negozio sembra legittimo, alcuni dettagli dovrebbero far sospettare:

  • Foto troppo perfette o rubate da altri siti;
  • Un indirizzo che su Street View non mostra alcuna attività commerciale;
  • Solo un numero di cellulare, senza telefono fisso;
  • Recensioni recenti e identiche, tutte estremamente positive;
  • Richieste di pagamento anticipate e insistenti;
  • Pagamenti richiesti tramite bonifico o metodi non tracciabili (Western Union, Revolut, ecc.).

Le conseguenze per le vittime

Oltre alla perdita economica — di solito tra 50 e 500 euro —, le vittime provano frustrazione e la sensazione di essere state ingannate da un negozio del quartiere. In alcuni casi, i loro dati personali vengono riutilizzati per altre truffe.

Queste pratiche danneggiano anche i commercianti veri, i cui indirizzi o immagini vengono usati senza autorizzazione per rendere credibili i profili falsi.

Come proteggersi

Con poche precauzioni è possibile evitare la maggior parte di queste truffe:

  • Verificare l’indirizzo su Google Street View prima di pagare o recarsi sul posto;
  • Chiamare e chiedere dettagli specifici sull’attività o i prodotti;
  • Cercare il nome del negozio più “truffa” o “recensioni” su Google;
  • Non inviare mai acconti tramite bonifico a sconosciuti;
  • Usare metodi di pagamento sicuri (carta di credito, PayPal);
  • Consultare siti affidabili come Truffa O Affidabile o Altroconsumo.

Cosa fare se si è vittime

  • Conservare tutte le prove (screenshot, messaggi, ricevute di pagamento);
  • Segnalare la falsa attività su Google Maps o Facebook (“Luogo inesistente o fraudolento”);
  • Presentare denuncia alla Polizia Postale o alle autorità competenti;
  • Contattare la banca per tentare di bloccare o contestare il pagamento;
  • Raccontare la propria esperienza sui forum o sui social per avvisare altri utenti.

La responsabilità delle piattaforme

Google e Meta (Facebook, Instagram) affermano di rimuovere regolarmente i profili sospetti, ma spesso solo dopo le segnalazioni degli utenti. I controlli automatici restano insufficienti.

Con l’introduzione del Digital Services Act, l’Unione Europea impone alle grandi piattaforme di reagire più rapidamente alle segnalazioni e di rimuovere i contenuti ingannevoli, pena sanzioni economiche.

Conclusione

I falsi negozi locali rappresentano una nuova generazione di truffe online: sottili, mirate e molto convincenti. Sfruttano la fiducia nel commercio di prossimità e manipolano strumenti legittimi come Google Maps e Facebook.

Prima di fidarti di un negozio “vicino a te”, prenditi qualche minuto per verificarne l’esistenza. Una semplice ricerca o un controllo su Street View possono evitarti brutte sorprese.

Ricorda: non tutto ciò che è locale è necessariamente autentico. Un po’ di attenzione può farti risparmiare soldi e problemi.


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